giovedì 7 novembre 2019

Oltre la barriera di Filippo Mammoli


Trama 


Pena di morte per omicidio di primo grado: è questo il verdetto che emette il tribunale di Lafayette, in Louisiana, contro il ricercatore italiano del MIT Lorenzo Rossi. Nell'angoscia dei giorni senza speranza trascorsi nel braccio della morte, Lorenzo ottiene dal fanatico direttore del penitenziario, Carl Sain, di poter scrivere un diario. Ma quando Susan Taylor, la moglie di una delle guardie carcerarie, si imbatte per caso in quelle pagine, capisce che qualcosa non torna. E comincia un'indagine personale che la porterà a svelare i contorni inquietanti di una storia dove scienza e pregiudizio si intrecciano in un gioco pericolosissimo. Finirà così per scoprire i dettagli di un esperimento scientifico mai tentato prima, un'esperienza rivoluzionaria destinata a spostare gli equilibri tra la vita e la morte. Improvvisandosi detective per ingaggiare un'avvincente lotta contro il tempo, Susan spera di recidere il cappio che si stringe ogni giorno di più intorno al collo del fisico italiano.


  • Copertina flessibile: 230 pagine
  • Editore: Dark Zone (29 maggio 2019)
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8899845735

Recensione a cura di Paola Marchese

Il 19 agosto del 2015 è la data con cui si apre il romanzo “Oltre la barriera” di Filippo Mammoli: una semplice data che segna l’inizio del racconto del protagonista, Lorenzo Rossi, scienziato italiano che lavora come ricercatore al MIT ma che, contemporaneamente, rappresenta la fine di tutte le sue speranze e della sua vita “normale” come potremmo immaginarla noi. Infatti, in quel fatidico giorno, lo scienziato viene condannato alla massima pena dal Tribunale di Lafayette e condotto nel braccio della morte del Louisiana State Penitentiary in attesa che venga deciso il giorno della sua esecuizione. È qui che incontriamo la prima “barriera” tangibilmente fisica che blocca l’esistenza del nostro protagonista, ovvero le sbarre della sua prigione. 
All’inizio, la motivazione che ha portato Lorenzo dietro le sbarre non appare chiara: una lunga premessa che vuole introdurci nella delicata condizione psicologica del detenuto non fa che accennare a motivazioni etiche, morali che si sono contrapposte con violenza alla sua condizione di scienziato raziocinante e privo di “barriere” emotive e che lo hanno portato, per amore della scienza e della conoscenza, a superare il confine labile e delicato tra la vita e la morte.
Vessato e umiliato più volte dal direttore del carcere, tanto religioso quanto fanatico, che cerca sempre di provocarlo per le sue convinzioni scientifiche e lontane dalla “vera fede”, Lorenzo troverà grazie a quest’ultimo, però, attimi di evasione dalla sua terribile condizione quando verrà spinto, con motivazioni discutibili quanto inverosimili, a scrivere una sorta di diario in cui svelare (ai posteri e ai lettori contemporaneamente) le ragioni della sua prigionia: come una sorta di documento catartico che lo induca a riflettere e ritornare sulle sue posizioni.
Ma ecco che, così come la “barriera” virtuale che separa la vita dalla morte è stata infranta da Lorenzo, all’improvviso anche la “barriera” fisica del carcere, grazie all’involontario aiuto del direttore e alle sue pretese “ultime confessioni”, viene abbattuta, anche se virtualmente, dalla stessa forza trainante, ovvero la curiosità, motore, a mio avviso, del racconto: Edward, la guardia carceraria incaricata di consegnare e ritirare ogni giorno il cofanetto in cui è contenuto lo scritto di Lorenzo, sospettando qualcosa di poco chiaro nella condanna del fisico, decide di fotografare col proprio cellulare le pagine del diario. Grazie a questa piccola curiosità, la storia di Lorenzo varcherà le mura del carcere stuzzicando a sua volta la curiosità di Susan, moglie di Edward che, invece delle sospette chat con ipotetiche amanti, si troverà a leggere nel cellulare del marito la storia del ricercatore. Un uomo apparentemente scomparso dal mondo ma anche dalla faccia della terra, in quanto quando Susan, improvvisandosi detective, comincia a ricercare sul web notizie dell’uomo e le motivazioni della sua condanna, non ne trova assolutamente traccia. Una ulteriore “barriera” su cui si scontra, stavolta, Susan. E perché mai si dovrebbe cancellare una persona dalla faccia della terra, si chiede Susan?
È da questa domanda che si inizia a delineare il tema centrale del romanzo, ovvero la follia del fanatismo. La ricerca di Lorenzo ha scatenato le coscienze di “integerrimi” personaggi che hanno visto nella sua curiosità un male oscuro, una volontà di sostituirsi a Dio.  Lorenzo, così, con il suo raziocinio, si contrappone alla fede fanatica e oscurantista che desidera bloccare ogni sua velleità prima che porti a chissà quale orribile risultato.
Ma desidero lasciare ancora qualcosa alla curiosità di chi vorrà perdersi nel romanzo di Mammoli. Sì, perché il ritmo della narrazione, incalzante e degno dei migliori thriller, trascina, senza possibilità di difesa, nel vortice della narrazione in un continuo contraltare tra la dolorosa narrazione di Lorenzo e la frenetica ricerca di Susan, inducendo il lettore a non interrompere la lettura per arrivare finalmente a conoscere la sconcertante verità.
Inoltre, sebbene il tema della fisica quantistica che l’autore sviluppa con abilità non sia appetibile per tutti i palati, le spiegazioni sono fluide e abbastanza alla portata di un lettore medio che non abbia nozioni di base ma voglia comunque comprendere il fulcro della ricerca di Lorenzo Rossi senza annoiarsi; in questo modo non viene in alcun modo compromesso il ritmo del racconto che continua ad avvincere fino alla fine.
Infine, una postilla personale: come dichiarato dall’autore stesso e come evidente nelle pagine del romanzo, uno dei temi fondamentali del romanzo è proprio la contrapposizione netta tra scienza “raziocinante” e religione “ostracizzante”. La barriera che divide la vita dalla morte diventa, così, una ipotetica barriera che divide l’uomo raziocinante e desideroso di conoscenza da un Dio (se davvero esiste) che non desidera che il confine venga oltrepassato. Ma da credente, sposata a uno scienziato credente che nello studio della fisica nucleare ha apprezzato proprio la magnificenza del Dio creatore, mi chiedo: fede e scienza sono davvero in contrapposizione o è anche possibile trovare delle posizioni concilianti? Io ho la mia risposta. A ognuno la sua.




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