martedì 27 aprile 2021

Intervista a Eliana e Chantal Corrado editrici di Scrittura & Scritture

Oggi ho il piacere di ospitare le editrici di Scrittura & Scritture 

Buongiorno Eliana e Chantal e grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande.



Iniziamo dal principio e dunque alla nascita di S&S nel 2006 mi pare e a come sono stati scelti i primi generi da voi proposti ai lettori.

In modo particolare vorremmo poi focalizzare l'attenzione sul genere giallo, noir e thriller della vostra collana Catrame.

È nata sin dal principio?


Buongiorno a te, Sara, e a tutti i lettori di Leggere liberando la mente.
Alla nascita di Scrittura & Scritture avevamo tantissimo entusiasmo, ma meno pratica delle “cose del mondo”, meno conoscenza di meccanismi e mercato librario, quindi inizialmente diciamo che non ci siamo precluse nessun genere. E Catrame, la nostra collana dedicata al giallo, noir e thriller in tutte le sue sfumature (storico, contemporaneo o moderno) è venuta quasi subito, sì. Man mano che ci arrivavano le proposte di testi da parte degli autori, e che queste poi ci convincevano e diventavano contratti editoriali, costruivamo il nostro catalogo del quale poi, nel tempo, Catrame è rimasta un caposaldo.


Ricevendo moltissimi manoscritti, immagino, sarà difficile e arduo decidere cosa pubblicare. A vostro giudizio cosa cerca il lettore che si avvicina a questo genere? Cosa invece cercare voi nell'autore che vi dica "sì è un libro che va pubblicato"?


Di proposte ne arrivano a decine ogni giorno, la scrematura a volte è veramente ardua. Nel tempo, però, forse il filone giallo-noir si è, a nostro avviso, un po’ sedimentato e globalizzato, complice anche una sorta di sovrapproduzione del genere: molti stereotipi, troppi cliché, per cui finisce che, come si dice, letto uno, letti tutti. Il lettore cerca nel giallo, come nel thriller l’adrenalina, la ricerca del colpevole, c’è chi ama lo schema classico come chi invece cerca l’indagine “impropria” o inversa. Ma di sicuro tutti cerchiamo di essere fatti partecipi del caso. Da amanti del genere, quindi da lettrici, cerchiamo anche noi questo nel giallo che potrebbe essere targato S&S, ma vogliamo un passo in più, non vogliamo il cliché, lo stereotipo, perché se è vero come è vero che tutti i “delitti” sono mossi da alcuni motori che sono alla base di ogni epoca, strato sociale o altro (passione, denaro, potere, amore e tradimento), è pur vero che a far la differenza è il come tutto ciò viene raccontato, che poi è la nostra, di S&S, regola base perché un libro venga scelto da questa c.e. per la pubblicazione, a prescindere dal genere e/o dalla collana. 


All'interno di Catrame possiamo trovare un giallo storico, un noir puro e anche qualcosa di più esilarante. Avete in mente di proseguire su questa linea? Ci sono variazioni interessanti? Quante uscite annuali prevedete generalmente?

Presentateci più in maniera particolareggiata questa collana.


Assolutamente sì: la linea sulla quale ci muoviamo è e resta questa: non ci piace l’ingabbiatura in un unico stile o modo. Come dicevamo sopra, tutto dipende da come racconti una storia: puoi dire cose serissime e durissime con ironia, così come puoi raccontare il male della società e dell’uomo (che poi è alla base del noir) in maniera cruda e diretta, senza filtri; puoi attraversare le epoche storiche restando nella Storia, così come puoi raccontarle in chiave più contemporanea. L’importante è che emerga lo stile dell’autore, che leggendo si riconosca l’univocità della voce che mi sta raccontando quella storia. E questo è sempre valido, ma ancor più in un genere che per sua natura deve rispettare una griglia di svolgimento: dall’assassinio al colpevole, dal colpevole al movente, e viceversa – se parliamo di giallo -; dal male all’uomo o dall’uomo al male; dal male sociale al male umano e viceversa, se parliamo di noir. A entrambi, giallo e noir, è trasversale l’adrenalina, il colpo di teatro, la maestria nel celare il dettaglio o nel metterlo in bella mostra. La letteratura è molto ampia in tal senso, inventarsi qualcosa di originale è difficile, è l’impronta dell’autore che deve restare fissa nella mente del lettore.
Ed è su questa base che abbiamo costruito, e continueremo a costruire, la nostra Catrame: l’ironia di un Nero Dostoevskij o di Un freezer per un morto, fa da contraltare alla cupezza e durezza di Dacci oggi il nostro male quotidiano, che si smorza, invece negli altri due titoli dello stesso autore. E poi c’è il giallo storico, che al momento contempla solo la saga con protagonisti i Gonzaga e il loro capitano di giustizia Biagio dell’Orso, ma che presto si arricchirà di una nuova imperdibile serie con protagonista nientemeno che…… eh, no, non posso dirlo, mi spiace…


Chantal e Eliana entro un po' più in casa vostra e vi chiedo se c'è una di voi che legge per prima i manoscritti oppure Ve li dividete? Come funziona la prima fase? Siete sempre concordi? 


In genere ce li dividiamo, è rarissimo che entrambe leggano uno stesso dattiloscritto, ci vorrebbe troppo tempo, e non ce n’è nemmeno bisogno: si guarda sempre e comunque al bene e all’interesse del libro e di Scrittura & Scritture, quindi massima fiducia nel parere espresso dall’una o dall’altra.
Una volta sul piatto tutti i dattiloscritti, si deve poi scremare ulteriormente e scegliere quali pubblicare e quali no. E qui diciamo che 9 volte su 10 concordiamo, ma c’è stata, c’è e credo ci sarà sempre quella volta in cui non siamo d’accordo. Ma come detto prima, vince S&S ;)




Durante la fase di editing quanto è importante il confronto con l'autore e quali difficoltà, se ce ne potete parlare, si incontrano nel lavorare su un noir, un giallo o un thriller? 


Più che di confronto, si potrebbe parlare di scontri! Editare un testo è una cosa complessa di per sé, editare un giallo forse un po’ di più perché ancor più che altrove i pezzi devono combaciare alla perfezione, l’indagine alla scoperta dell’assassino o del movente deve andare di pari passo con tutto il resto, la terminologia deve essere adeguata, le procedure mediche, giuridiche e poliziesche, nonché i ruoli, i gradi, e tutto quanto, devono davvero essere controllati al millimetro.
Abituati come siamo all’action movie di importazione, a pensare che, ad esempio, il nastro di delimitazione dell’area di indagine sia giallo e nero, ma da noi in Italia è rosso e bianco… così, giusto per dirne una… 


A vostro giudizio ci sono generi più amati dai lettori? Lo avete riscontrato?


Difficile dare una risposta univoca e valida sempre: il mercato è molto “schizofrenico” (se mi si passa il termine forte). Ciò che piace oggi e che fa boom, magari fra un anno o anche meno sarà saturo e non andrà più. In genere, però, un lettore che ama il crime o il giallo bene o male lo amerà sempre… 


In questa fase che stiamo vivendo, un momento molto complicato per molti settori, che difficoltà ci sono nel non poter promuovere dal vivo una novità editoriale? La promozione virtuale, molto in voga ultimamente, ha un potenziale maggiore che è quello di poter raggiungere più persone. C'è un ritorno positivo? 


Come in tutte le cose, ci sono aspetti positivi e negativi, e questo anche la promozione virtuale. A nostro avviso, se da un lato consente di poter raggiungere un pubblico più ampio di una presentazione in presenza (che è limitata a una area geografica ben precisa), dall’altro, di fatto, vediamo che poi non è così. E il battage che si mette in campo per gli incontri in presenza deve essere lo stesso che si attua con quelli virtuali. In entrambi i casi puoi avere 100 o 0.
Di ritorno c’è veramente poco o niente, al di là della promo del nome e del libro che se no sparirebbero; non avendo il momento fisico del firmacopie e della vendita post evento… beh, è dura! Quindi, in sostanza, li fai ma, più che altro, non per gli incassi del momento.
L’editore, il libro, l’autore, vive molto anche di incontri fisici, di racconti a quattr’occhi di ciò che ha realizzato. Il rapporto de visu coi lettori è fondamentale. Presentazioni, festival, tavole rotonde, fiere, premiazioni, nel virtuale non vincono, ecco.


Grazie per il tempo che ci avete concesso


Grazie a te, Sara Valentino e a Leggere liberando la mente per l’accoglienza, l’attenzione e lo spazio


domenica 25 aprile 2021

Non è stagione di Antonio Manzini

 C'è un'azione parallela, in questa inchiesta del vicequestore Rocco Schiavone, che affianca la storia principale. È perché il passato dell'ispido poliziotto è segnato da una zona oscura e si ripresenta a ogni richiamo. Come un debito non riscattato. Come una ferita condannata a riaprirsi. E anche quando un'indagine che lo accora gli fa sentire il palpito di una vita salvata, da quel fondo mai scandagliato c'è uno spettro che spunta a ricordargli che a Rocco Schiavone la vita non può sorridere. I Berguet, ricca famiglia di industriali valdostani, hanno un segreto, Rocco Schiavone lo intuisce per caso. Gli sembra di avvertire nei precordi un grido disperato. È scomparsa Chiara Berguet, figlia di famiglia, studentessa molto popolare tra i coetanei. Inizia così per il vicequestore una partita giocata su più tavoli: scoprire cosa si cela dietro la facciata irreprensibile di un ambiente privilegiato, sfidare il tempo in una corsa per la vita, illuminare l'area grigia dove il racket e gli affari si incontrano. Intanto cade la neve ad Aosta, ed è maggio: un fuori stagione che nutre il malumore di Rocco. E come venuta da quell'umor nero, un'ombra lo insegue per colpirlo dove è più doloroso.


Cosa ne penso...

Un mio commento del 2015

Il protagonista è il vicequestore, e non commissario come odia essere chiamato, Schiavone.

Si tratta di un personaggio particolare e che ho molto apprezzato

Schiavone è stato trasferito ad Aosta, da Roma, per un provvedimento disciplinare. Svolge le indagini in maniera del tutto personale, ma con evidente efficacia, tratta i sottoposti in modo abbastanza brusco ma non tale da risultare antipatico al lettore.

Discutibile il suo modo di iniziare la giornata (con uno spinello) considerando che si tratta di un poliziotto e non dimentichiamo le innumerevoli paia di Clark finite annacquate durante le indagini.

Un passato oscuro e misterioso aleggia costante come un’ombra nelle brevi incursioni che il lettore fa nel suo appartamento.

La vicenda del rapimento di Chiara, cardine di questo episodio, prende a cuore il lettore e rende del tutto impossibile lasciare la lettura in sospeso.

In un crescendo di suspense veniamo trasportati nel cuore di Aosta, tra mafia e paura.

Grandioso, letto d’un fiato.

  • Editore : Sellerio Editore Palermo (12 gennaio 2015)
  • Lingua : Italiano
  • Copertina flessibile : 317 pagine

Sara Valentino

ESTINZIONE di James Rollins





Trama 1832. Affascinato da una misteriosa rotta segnata su una mappa antichissima, Charles Darwin decide di spingere il «Beagle» sempre più a Sud, fino a lambire i ghiacci dell’Antartide. Ma ciò che vedrà lo convincerà a bruciare il resoconto di quella spedizione e a distruggere ogni prova dell’esistenza di un luogo maledetto.
California, oggi. «Uccideteci tutti.» È questa l’agghiacciante richiesta che arriva da un laboratorio militare segreto. E infatti, quando la squadra di soccorso arriva sul posto, è ormai troppo tardi per intervenire. Perché nel raggio di cinque chilometri intorno al sito, ogni forma di vita ha cessato di esistere.
Washington, oggi. Un gruppo di uomini armati irrompe nella sede della DARPA ed elimina l’unico biotecnologo in grado di dare un senso ai dati sconcertanti raccolti nella zona del disastro. A Gray Pierce rimane quindi solo una possibilità: rivolgersi ad Alex Harrington, un controverso scienziato di fama mondiale che, negli ultimi tempi, aveva intrattenuto una fitta corrispondenza col direttore del centro californiano. Harrington è disposto a collaborare, però a condizione che Gray lo raggiunga nella sua stazione di ricerca in Antartide. L’agente della Sigma è troppo esperto per non sospettare che si tratti di una trappola, ma deve correre il rischio, se vuole salvare l'umanità dall'estinzione…
Casa editrice nord anno 2014
Copertina rigida : 470 pagine

Cosa ne penso.. 
Una mia lettura e relativo commento del 2015
Si tratta di un romanzo di avventura a tratti fantascientifico. L'autore ha raccolto parecchie informazioni storiche e scientifiche al fine di canalizzare l'attenzione del lettore nella storia che avrebbe raccontato.
Il romanzo inizia ai tempi di Charles Darwin nell'anno 1832, per trasporci direttamente ai nostri giorni tra California, Antartide e Brasile.
Darwin durante una spedizione in Antartide fu testimone di una scoperta sconvolgente, a tal punto da occultare ogni documento che potesse in qualche modo ricondurre i posteri a metterci le mani, ma la sua preghiera silenziosa non fu accolta.
Ai giorni nostri in un laboratorio della California qualcosa va storto e una fuga di un pericolosissimo virus sta cancellando ogni traccia di esseri viventi animali e vegetali.
Una coraggiosa ranger insieme al suo fedele amico a quattro zampe sarà suo malgrado testimone della tragedia.
Ora non resta che avvalersi dell'esperienza degli uomini della Sigma Force, nelle persone di Gray e Drake che impegnanti tra Brasile e Antartide cercheranno con ogni mezzo di risparmiare l'estinzione dell'intero genere umano.
Potrà sembrare a prima vista una sorta di invenzione fantascientifica, in realtà niente potrebbe risultare più reale di mettere nelle mani sbagliate ogni genere di dispositivo tecnologico, il genere umano scomparirà prima o poi per mano propria, si auto estinguerà; questo è quello che ci vuole dire l'autore. 
Non manca, l'autore, di far notare quanto sia insito nel genere umano, almeno in una piccola parte di esso, l'altruismo a scapito della propria vita.
Rollins in questo romanzo e in "Orizzonte di fuoco", annovera tra i protagonisti dei cani, da sempre fedeli compagni di vita e di grande aiuto alle forze speciali.
Il testo è strutturato in modo che vi siano parecchie parti dedicate propriamente alle nozione tecniche e scientifiche, che forse per i "non addetti ai lavori" sono poco digeribili, nel complesso riesce a tenere viva la tensione dalle prime pagine fino alle ultime.
Concludo dicendo che è  un libro che mi sento di consigliare agli appassionati del genere, e Rollins è sempre una lettura che strappa letteralmente il lettore dalla vita monotona.
Sara Valentino

mercoledì 14 aprile 2021

L'acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito

Trama: Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d'acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall'indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, Antonia non scende a compromessi, Antonia crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subito Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta. Sono gli anni duemila, Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c'è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un'esistenza priva di orizzonti.













Cosa ne penso...

Giulia Caminito con questo suo ultimo lavoro è candidata al Premio Strega. "L'acqua del lago non è mai dolce" racconta una storia potente e dolorosa, una storia di coraggio, di chi non si arrende alle avversità della vita, ma anche una storia che scava nella psiche nostra e della giovane protagonista.

Ammetto che a metà della lettura mi sono fermata... ho preso fiato e sono poi riemersa dalle acque del lago. Il lago della vita è un bacino di situazioni e di imprevisti, serve equilibrio tra forza e compromesso.

Antonia, una donna dai cappelli rossi, con una forza d'animo inesauribile ha l'unico scopo, chi potrebbe anche solo lontanamente criticarla, di far fronte alle spese di una famiglia numerosa, lei la sola in grado di portare il pane a casa. Uno dei suoi figli è Mariano, avuto da una precedente relazione. Mariano instaura con il suo "nuovo" padre un rapporto straordinario, fatto di sguardi e parole non dette ma lo scontro con la madre è inevitabile e porterà a una scelta drastica, Antonia lo è sempre...drastica.

Ci sono poi due gemelli, il cui primo letto sarà una scatola di cartone. Antonia ricicla il possibile, dice che a loro non manca niente e in onestà si potrebbe dire che è vero ma riversa sulla figlia, Gaia, tutto il suo desiderio di essere qualcuno nel mondo e la sprona a fare di più, sempre di più senza lamentarsi. E Gaia cerca di accontentarla quasi a voler soddisfare solo la madre, dimenticandosi di se stessa.

Sono gli anni duemila e una giovane adolescente sbatte con forza contro il muro della quotidianità in cui vive e respira, si adatta ma dentro di sè ha una miccia pronta a esplodere.

"E io è come se fossi lì, in piedi, a guardarla dall'angolo della stanza, la giudico e non la perdono"

La contrapposizione forte tra i "poveri" e i "figli di papà" emerge sempre ininterrottamente quasi a stremare. Si vorrebbe allungare la mano per fare qualcosa, è davvero emotivamente pesante la storia. 

"Penso che siamo materiali di scarto, carte inutili in un gioco complicato, biglie scheggiate che non rotolano più: siamo rimasti immobili a terra..."

Gaia cresce, non è più una bambina, desidera farsi accettare, un po' si vergogna e spara, spara fino all'ultima cartuccia e fa centro, una soddisfazione grande per un premio vinto, finalmente un regalo solo suo... aspettavo la reazione di quella madre che non sempre sono riuscita a capire pur immedesimandomi nella sua situazione. Non me la sento di giudicarla, ha fatto del suo meglio.

E' cattiva la gente che non ha provato dolore... una frase che è il titolo di un capitolo e fa riflettere. Forse è così, semplicemente non è cattiva ma non sa cosa significa lottare per vivere. Mi sono arrabbiata, ho compreso il moto di violenza di Gaia per ciò che ha subito, per la cattiveria gratuita subita.

"Mentre loro vivevano lo strappo di scoprire che la magia non è altro che umanità, io costruivo fantasie di polistirolo, mi impegnavo a fingere la finzione"

La narrazione è splendida, periodi evocativi, schegge diritte al cuore. Ho prediletto la prima metà del libro forse perchè la sensazione di impotenza mi ha avvinta. Le emozioni scorrono inesorabili, fatti di una tragicità titanica che spezzano ma che raccontano la vita vera. 

Sara Valentino

  • Editore : Bompiani (13 gennaio 2021)
  • Lingua : Italiano
  • Copertina flessibile : 304 pagine



Il labirinto di Ottavio Nicastro

Parigi, uno spietato serial killer tiene in scacco la città. Uccide poveri innocenti e li trasforma in statue umane. La polizia brancola nel...