lunedì 29 novembre 2021

Regina di Sangue di Paolo De Chirico


Trama. Cinque amici dai tempi delle medie si ritrovano, dopo l’identificazione del cadavere di un’amica, immischiati in una cospirazione perpetuata da una setta omicida e criminale che rincorre la purificazione della razza umana attraverso il sangue. La morte e la distruzione perpetuate dalla setta entreranno nelle vite dei cinque amici trascinandoli in un delirio di violenza e macchinazioni dalle quali ne usciranno rinati. Tradimenti, perdite e rivelazioni scioccanti accompagneranno la lettura. Tutta la vicenda si sviluppa in un’esposizione corale su due linee temporali dove ognuno dei co-protagonisti è vittima e artefice del proprio destino


A cura di Cinzia Cogni

Leggendo la trama di questo thriller intitolato " Regina di sangue" dello scrittore Paolo De Chirico, mi aspettavo la classica storia che racconta di una vittima fatta a pezzi e di assassini affiliati ad una setta, da cercare tramite indizi disseminati nel corso del romanzo.

Devo dire che il riferimento dell'autore nella sua biografia alla sua passione per Edgar  A. Poe e H. P. Lovecraft forse, avrebbe dovuto farmi insospettire, ma solo a metà storia, quando la parte horror prende il sopravvento, ho compreso che è questo il vero stile di Paolo De Chirico.

"...Ho sognato lei che attraversava un ponte su un fiume, di notte. Sorrideva e i suoi denti brillavano di luce propria nel buio, rischiarando ciò che la circondava...camminava sulle caviglie perché i piedi non li aveva e la scia di sangue segnava il percorso compiuto dal ponte fino a me."

Mi sono ritrovata così, dentro una storia inaspettata, misteriosa, enigmatica, sopra le righe... che scava  nella mente dei personaggi, intrisa di violenza, forse un po' splatter, ma talmente spaventosa che sembra di entrare dentro un incubo da cui pare impossibile svegliarsi.
Logicamente non ha basi reali, ma la psicologia dei protagonisti, le descrizioni dettagliate delle scene in cui si muovono, sono talmente ben scritte, che è difficile non lasciarsi impressionare da questa scia di sangue e orrore.

"Michela aprì gli occhi, ed essi erano profondi come mai prima d'allora,  il verde dell'iride era quasi del tutto scomparso diffondendosi a macchia d'olio nell'umor acqueo.  Erano occhi potenti, enormi e scrutatori.  La ragazza sbatté le palpebre e tutto tornò normale.  Marco dubitò di ciò che aveva visto..."

i protagonisti sono cinque amici che si ritrovano dopo tanti anni a Napoli, la loro città natale, per identificare una loro ex compagna di scuola, morta in circostanze misteriose; ormai adulti, sposati e in apparenza realizzati, in realtà non sembrano felici, ed il racconto  che si snoda su due archi temporali, da ad  ognuno  di loro, la possibilità di parlare delle proprie vicissitudini sia passate che  presenti.

"I cinque rimasero scioccati, i loro occhi oscillarono da una parte all'altra della barella, cercando di capire cosa stessero vedendo,  perché non poteva essere definita come una persona morta."

È davvero Michela Chierchia, la loro ex compagna di scuola e amica, quella che giace sul tavolo dell'obitorio?
E se è lei, chi l'ha assassinata, che motivo aveva per odiarla a tal punto,visto come ha ridotto il suo povero corpo?
Ossessionati da queste domande, gli amici, senza rendersene conto, si ritrovano ad indagare nella vita della loro amica, alla ricerca di risposte, e al tempo stesso devono fare i conti col passato e con sé stessi...anche se certe volte, la realtà supera la fantasia e in questi casi la verità è meglio lasciarla sepolta.

"Ho già visto quel simbolo. Sotto il Duomo di Napoli, quando mi hanno conciato per le feste. Hai ragione qui c'è qualcosa che non quadra. " in quel momento trenta, tra uomini e donne, intonavano l'Angelus in latino...
"Hanno cambiato le parole. Si parla di un "Angelo" e di una "Maria"  ma ometteno "Cristo" e "Signore", e non capisco di quale sangue parlino..."

Paolo de Chirico è riuscito ad allontanarmi dalle mie letture prettamente storiche, per diversi giorni e a spiazzarmi fino all'ultima pagina, con un romanzo originale e avvincente, e ci tengo a ringraziare lui e il gruppo "Gli amici delle emozioni" che mi hanno permesso di vincere questo libro e che
 ora consiglio, soprattutto a coloro che cercano una lettura insolita e "forte" dove non ci si annoia di certo.

"Guardatelo. Osservate il riso sul volto dello stolto. Non è magnifico? Quanti colpi ha subito e quante ossa gli avete frantumato? Dovrebbe essere morto e invece ha riso pensando all'ironia della sorte... Sopravvivrà e sarà il nostro inconsapevole cavallo di troia...

  • Editore ‏ : ‎ Independently published (24 novembre 2020)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 319 pagine

martedì 9 novembre 2021

Il Divoratore di Lorenza Ghinelli

 1986. Denny ha solo sette anni, un padre violento e una madre tossicodipendente. A scuola tutti lo considerano pazzo, perché passa il tempo a inventare filastrocche spaventose il cui protagonista è l’Uomo dei Sogni, che lo vendica senza pietà per ogni sopruso e ogni ingiustizia che subisce. 2006. Anche la vita di Pietro è tutt’altro che semplice: autistico, comunica con il mondo esterno soltanto attraverso i suoi disegni, e viene preso continuamente di mira da alcuni compagni di scuola del fratello che, un giorno, scompaiono uno dopo l’altro nel nulla, lasciando dietro di sé solo i vestiti che indossavano. Pietro, unico testimone oculare della vicenda, sa chi è il colpevole e lo ritrae: si tratta di un vecchio trasandato e dall’aria crudele che brandisce un bastone nascondendosi dietro un albero. Nessuno, però, gli crede, tranne Alice, la sua educatrice professionale: quel disegno fa tornare a galla ricordi inquietanti che per vent’anni la ragazza aveva cercato di dimenticare. Ma in un attimo il passato travolge il presente senza concedere via di scampo a nessuno, e non può essere fermato.


Cosa ne penso...

Acquistato il giovedì, concluso il sabato.... Non servirebbe altro da aggiungere, significa che mi ha catturata Lorenza Ghinelli.

Un po' a metà strada tra il thriller e l'horror è un libro ottimo da leggere nel weekend di Halloween. 

Inizialmente sembra un po' lento ma poi si viene risucchiati in un caleidoscopio di paura, di follia.

Il libro che avete tra le mani non è solo questo, è il messaggio importantissimo, indelebile che ci deve fare da apripista. Nessuno, per quanti difetti ci possa parere che abbia, per qualsiasi disturbo la vita ci abbia regalato, deve mai essere preso in giro, bullizzato. Mai!

"Troverai molte persone arroganti e stupide che ti offenderanno con la loro stupidità, proprio come questi ragazzi"

Nel libro di Lorenza Ghinelli incontriamo dei ragazzini, alcuni autistici, con la sindrome di Asperger e altri ancora che hanno subito i peggiori soprusi in casa, dai genitori. 

I ragazzi sono ragazzi, giocano a volte, altre non si rendono conto che il gioco va fermato. Accade però che un vecchio con il bastone, che reca con sè un odore indistinguibile ricompaia nuovamente dopo anni. Ragazzini iniziano a sparire, volatilizzati, di loro rimane il dolore dei genitori e un mucchietto di ciò che indossavano prima di scomparire.

Qualcuno deve riaprire l'abisso in cui aveva recluso i ricordi, solo così si potrà fermare questa macchina spaventosa di sparizioni. 

Eppure il male è così vicino, ci pare di toccarlo quando l'odio ci fa visita, e si diventa cattivi.

"Denny non si scompose, rimase placido: superficie ingannevole di un oceano terrifico"

"Denny era stato spezzato. E adesso era completamente solo."

Un romanzo onirico, con una parte di soprannaturale, che alla fine dei giochi ci insegna forse che il male non si ferma mai una volta che gli abbiamo consegnato l'anima. Eppure, credetemi, ci saranno momenti in cui sarete dalla parte del male. E' difficile decidere da che parte stare. Ci saranno altri momenti in cui vorrete allungare la mano e aprire un varco per entrare nel libro e abbracciare chi cammina tra le pagine.


Sara Valentino

  • Editore ‏ : ‎ Marsilio (21 ottobre 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 240 pagine

lunedì 8 novembre 2021

Ero cattivo – Antonio Ferrara

 Trama



Angelo, ragazzino cinico e violento appena uscito da una brutta storia, deve trascorrere un periodo di recupero. Padre Costantino, responsabile della comunità, ha fiducia in tutti i ragazzi, ma per crescere si deve avere un obiettivo. Angelo dovrà imparare che tutti abbiamo in mano il nostro destino, ma che questo comporta grandi responsabilità. Lui e il suo piccolo gruppo affronteranno la violenza, ma anche la poesia della vita. Dovranno superare il terrore di sentirsi soli. Ma per una volta fra gli adulti c’è qualcuno pronto ad ascoltare. Età di lettura: da 10 anni

Link d’acquisto:Ero cattivo

 


Copertina flessibile: 224 pagine
Editore: San Paolo Edizioni (1 novembre 2013)
Collana: Narrativa San Paolo ragazzi
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8821578429
ISBN-13: 978-8821578427


a cura di Cascasi Monica

“Ero cattivo”, un libro triste che allo stesso tempo ci porta a contatto con una realtà di cui a volte non immaginiamo nemmeno l’esistenza. Questa è la realtà in cui molti ragazzi vivono e spesso non vengono aiutati adeguatamente.
Angelo, in questo libro, ci racconta la sua vita in comunità ma, allo stesso tempo, ci parla del suo passato crudele e triste, i suoi genitori non gli hanno mai voluto bene e questo porta Angelo a diventare un cattivo ragazzo, che in realtà non è.

Angelo per la prima volta nella sua vita capisce che essere cattivo non è una buona cosa, che le azioni che fa, anche apparentemente innocue e divertenti, possono seriamente finire in una tragedia. La vita in comunità gli farà incontrare persone che hanno dei problemi diversi dai suoi, ma comunque che portano a sofferenze e tristezza.

La vita in comunità non sarà facile per lui, ma Padre Costantino è un grande uomo e sa come aiutare i ragazzi che hanno avuto un passato turbolento, il suo più grande insegnamento è quello di avere un sogno e cercare con tutte le proprie forze di raggiungerlo…
Riportata all’inizio del libro una bellissima citazione di “Danilo Dolci”, che ci conduce al personaggio di Padre Costantino, colui che sa, con pazienza, educare i ragazzi, li sogna adulti come persone migliori e soddisfatte di ciò che sono:

”A Velia, che ha tutta quella forza dolce.
C’è chi insegna guidando gli altri come cavalli, passo per passo: forse c’è chi si sente soddisfatto così guidato.
C’è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo: c’è pure chi si sente soddisfatto essendo incoraggiato.
C’è pure chi educa, senza nascondere l’assurdo ch’è nel mondo, aperto a ogni sviluppo ma cercando d’esser franco all’altro come sé, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo se sognato”

Questo libro lascia un’impronta che difficilmente si dimentica, ti trasporta nella vita di una persona che emotivamente è distrutta e ti fa capire che la vita, se pur difficile, può migliorare. Molti insegnamenti che Padre Costantino lascia ad Angelo sono utili anche per chi non ha una vita così difficile, lui suggerisce che bisogna avere un sogno e bisogna fare qualunque cosa per raggiungerlo, se pur difficile e impegnativo. Ci ricorda che tutti se ci mettiamo il giusto impegno arriviamo a realizzare i nostri sogni e gli obbiettivi che ci prefiggiamo.

“Arrivò il prete. Bussò alla porta della mia camera, entrò, si sedette sul letto e mi fece le sue domande.
-Di cosa hai paura?- mi chiese con quella sua voce acuta. – Dimmelo.
-Non ho paura.
-Sì che ne hai. Se potessi esprimerlo a parole avremmo qualcosa da guardare. Potremmo affrontarlo, immobilizzarlo a terra, trapassargli il cuore con un pugnale. Ma se fai così non andiamo da nessuna parte.
-Se faccio come?
-Se non cominci a prenderti sul serio – mi fece.
-E a prendere sul serio anche te, vero?
-Lo stai già facendo. E questo ti spaventa.
Sentii i miei occhi prosciugati dallo sforzo di guardarlo. Le mie mani dietro la nuca fremevano dal desiderio di muoversi.
-E cos’hai tu, che potrebbe spaventarmi? – chiesi.
Padre Costantino tese la mano, con il palmo in su, e ci batte un dito sopra.
-La tua vita. La vuoi?”

Questo credo sia il mio passo preferito perché il prete ha davvero nelle sue mani la vita di Angelo, ma il ragazzo non vuole ammettere che, se non cambierà o il Prete non lo condurrà a farlo, sarà costretto ad andare in carcere minorile. Ma Costantino, essendo empatico, sa cosa pensa Angelo e di conseguenza lo mette a dura prova con le sue risposte.
“Ero Cattivo” mi ha insegnato a credere un po’ di più in me e nei miei sogni e credo che una figura come Padre Costantino sia utile a tutti e potrebbe aiutarli a uccidere i propri fantasmi interni.

venerdì 5 novembre 2021

Formule mortali – François Morlupi

 Trama


In una torrida estate romana un passante scopre un cadavere di un uomo atrocemente torturato e mutilato. Sul terreno insanguinato gli arti amputati disegnano una celebre formula fisica. È il primo di una serie di omicidi rituali che coinvolgono vittime senza alcun legame apparente. A tentare di risolvere il caso è chiamato il commissario Ansaldi, professionista integerrimo ma tormentato dall’ansia e dagli attacchi di panico. Ad accompagnarlo in questa avventura verso il male, il vice ispettore Loy, una ragazza con un forte disturbo antisociale di personalità, e altri tre membri del commissariato di Monteverde. Tenteranno insieme di venire a capo di quello che ormai i media hanno battezzato come “il caso delle formule mortali”, un’indagine dopo la quale nessuno dei protagonisti sarà più lo stesso.



                                                Link d’acquisto: https://amzn.to/2UYgOZh

Copertina flessibile: 320 pagine
Editore: Croce Libreria (23 aprile 2018)
Collana: Croce Libreria
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8864023313
ISBN-13: 978-8864023311

 

a cura di Cristina Costa

Agosto romano, caldo torrido, la vita nella capitale è meno frenetica, molti sono in vacanza.
In questa calma apparente un efferato delitto si compie a danno di un professore universitario di fisica, torturato brutalmente e ucciso con il sistema medioevale dell’impalatura. Sul luogo una sola scritta, la formula che ha rivoluzionato completamente il XX secolo, scritta proprio con gli arti della vittima: E=mc2.
Inizia una corsa contro il tempo, brancolando nel buio che vede coinvolto il Commissario Ansaldi e gli uomini della sua squadra.
Una squadra a prima vista un po’ sgangherata: lui perennemente colpito da crisi di panico e in totale dipendenza dagli ansiolitici, appassionato di arte, quella vera, quella che mira alla Bellezza nel senso più alto del termine.
Tre uomini, tre giovani ispettori:
un devoto padre di famiglia, Caldara, un po’ succube della moglie che non comprende il suo lavoro;
un giovane latin lover, Leoncini, che colleziona flirts con donne meravigliose;
un appassionato di fantacalcio e cinema coreano, Di Chiara, che si punzecchia spesso e volentieri con il collega macho.
E infine il Vice Commissario: Eugénie Loy, una ragazza italofrancese che vive in un mondo tutto suo, che ha problemi a relazionarsi con gli altri, primi fra tutti i suoi colleghi, legata al suo superiore da un rapporto di stima quasi paterno.
Amante della buona lettura, una citazione del libro la descrive alla perfezione: Les gens les moins sensibles sont les plus heureux (Chamfort).
La trama è avvincente senza dubbio. Finisce un capitolo e non vedi l’ora di iniziare l’altro. Il ritmo è scandito dagli omicidi seriali legati da un filo conduttore che tiene il lettore col fiato sospeso in un crescendo di tensione sapientemente intervallata da episodi di vita quotidiana dei protagonisti. Protagonisti che non sono supereroi all’americana ma persone vere, genuine, concrete, con i loro limiti.
Il finale lascia sgomenti, atterriti, consapevoli che il male insito nell’uomo è così radicato nella sua storia da non conoscere fine.

Diversi i temi che ho ritrovato nel romanzo:
l’importanza del lavoro di squadra e il senso di appartenenza ad una squadra.
Lealtà e onestà, dedizione al lavoro, questo lavoro poi che è una vera e propria missione.
E poi c’è l’assurdità e atrocità degli estremismi e dei fanatismi che non hanno mai avuto e mai avranno risvolti positivi.
E su tutti l’importanza della coesistenza di scienza e religione.
Scienza e ragione, religione e fede che non per forza si escludono ma che si completano.
Vorrei concludere questa mia recensione con due frasi pronunciate dal Professor Van Helsing tratte da Dracula di Bram Stoker, proprio sui limiti della scienza e della fede:
“La nostra scienza vuole spiegare tutto, e se non spiega, allora essa dice che non è niente da spiegare”.
“La fede quella che permette noi di credere cose che noi sappiamo essere non vere”
Tra le due il giusto equilibrio.
Buona lettura!

Recensione di origine Formule mortali - François Morlupi | Septem Literary

giovedì 4 novembre 2021

Le Ombre non Lasciano Tracce. Ladri di bambini di Luca Improta

 Trama 


Esiste crimine più vile di quello di rapire bambini innocenti? Quando Giacomo Martini e Manuele Riccardi spariscono nel nulla, la paura si diffonde nel Paese come un’epidemia. E così l’incarico di condurre le indagini viene affidato al vice ispettore Rebecca Rei. Non passa molto tempo, e il cadavere di uno dei presunti artefici dei sequestri viene ritrovato in un furgone. È stato ucciso, e le condizioni in cui versa sembrano la truce conseguenza di un macabro rituale. A prendere parallelamente forma è la pista del sadismo estremo, un sadismo che non riesce a placarsi neanche con la morte della vittima. Nonostante le indagini procedano senza sosta, i rapimenti e gli omicidi non s’interrompono. Ma è la strategia del killer a subire un cambiamento. Le nuove vittime, infatti, verranno scelte tra quelle figure che si stanno adoperando per la sua cattura e così toccherà anche a Rebecca pagarne le conseguenze. Ma in una Roma atavicamente incapace di trovare pace, di smettere di farsi sempre del male e di farne a sua volta, questi inquietanti accadimenti non rappresenteranno altro che l’inizio di una vicenda che lascerà tutti i protagonisti profondamente segnati. Link d’acquisto: https://amzn.to/2E4Kfll

Copertina flessibile: 374 pagine
Editore: Youcanprint (4 giugno 2018)
Collana: Youcanprint
Lingua: Italiano
ISBN-10: 882783348X
ISBN-13: 978-8827833483

 

a cura di Fabiana Farina

Fino a dove riesce a arrivare la disperazione di una madre a cui hanno rapito il figlio?
Fino a dove la smania di aver in pugno il potere si stende, togliendo il caso e sospendendo gli investigatori?
In questo caso, il vice l’ispettore Rebecca Rei, dovrà scendere fino alla porta dell’anticamera dell’inferno in Afganistán per cercare l’aiuto di Daniel, quell’ombra che in passato le ha dato una mano su un altro caso complicato, l’unica persona in grado di scoprire che fine abbia fatto il suo bambino senza considerare che l’inferno vero e proprio per una madre qualunque, si trova a Roma, a casa sua.
Non solo si ritrova a dover indagare sulla sparizione di una serie di bambini, tra di loro anche suo figlio, ma anche su una serie di omicidi a sfondo sessuale del mondo sadomaso collegati ai rapimenti e di cui una delle vittime è il principale indiziato di questi esecrabili delitti: il famoso giornalista Tito Agricola.

“Vedi, mia cara, io non faccio altro che fornire al mio pubblico esattamente quello che vuole sentirsi raccontare, quello di cui ha un endemico bisogno. Il morto ammazzato di per sé non conta nulla; escludendo i parenti o i conoscenti più prossimi, è questo non è neanche detto, non frega un cazzo a nessuno se uno sconosciuto vive o muore. Non è la morte di per sé a creare attenzione, quanto, piuttosto, tutto ciò che può esserci dietro. O intorno. Noi giornalisti siamo coloro che prendono in consegna un insignificante cadavere è lo fanno lievitare fino a raggiungere un rango estremamente più elevato.
Lo trasformiamo in una notizia… E questo accade che si tratti di un balordo, di un nobile, di un letterato, di una puttana. Vedi, non è la salma in sé, ma siamo noi a entrare dentro le case, dentro le paure più recondite dell’uomo, dentro le sue debolezze, dentro le sue perversioni.”

In un crescendo di angoscia, di perversione, di stupidità umana, di dolore, di odio, di sete di vendetta e di false speranze si snoda la trama di questo romanzo.
Incontriamo fra le sue pagine un ritmo incalzante, adrenalinico che ci spinge fino alla fine, districandoci in una corsa senza tempo e facendoci arrivare al colpo di scena finale, quello che proprio non ti aspetti.

“Quante volte devo ricordarti che Dio non è ciò che ci raccontano? Egli è l’Equilibrio assoluto, il bilanciamento perfetto di tutte le cose, mentre il Diavolo rappresenta tutto ciò che non lo è.”

È un libro intenso, scritto maestosamente, dove si respira un’aria stagnante data dal fatto che, tanto i rapimenti come gli omicidi si susseguono ma che in realtà non lasciano nulla agli investigatori per poter lavorare. È un libro che ti trasporta negli antri della follia, che ti tiene incollata in questa spirale di malvagità, perché solo un pazzo può commettere questo tipo di omicidi. E allora diventa doveroso per il lettore sapere come si svolgeranno i fatti e soprattutto sapere chi è questa “mantide religiosa”.

Recensione di origine Le Ombre non Lasciano Tracce. Ladri di bambini di Luca Improta | Septem Literary

mercoledì 3 novembre 2021

La confraternita delle ossa (La serie di Radeschi Vol. 1) di Paolo Roversi

 La prima indagine di Enrico Radeschi


Trama. Milano, 2002. Molti misteri s'intrecciano sotto la Madonnina. Tutto comincia quando un noto avvocato viene assassinato in pieno giorno nella centralissima piazza dei Mercanti: prima di morire, però, l’uomo traccia uno strano simbolo col proprio sangue... Da qui parte una complicata indagine che porterà Enrico Radeschi, giovane aspirante giornalista nonchè hacker alle prime armi, a indagare, insieme allo scorbutico vicequestore Loris Sebastiani, su una misteriosa confraternita che trae ispirazione da san Carlo Borromeo e persegue un disegno spietato per ristabilire l’ordine morale in una società giudicata corrotta. A quello dell’avvocato seguiranno altri omicidi o presunti tali, come l’inquietante schianto di un aereo contro il grattacielo Pirelli. Nel frattempo, una conturbante femme fatale, soprannominata “la Mantide” dagli inquirenti, seduce e uccide giovani ragazzi nei giorni di festa, facendone poi sparire i corpi. Chi è la donna misteriosa? E chi la protegge? Qual è il disegno ultimo di questa confraternita millenaria? Cosa si nasconde nei sotterranei del Duomo di Milano e nella cripta di un’altra famosa chiesa milanese? Un thriller mozzafiato e incalzante, scritto con una prosa efficace e immediata.


 cosa ne penso....

"La confraternita delle ossa" è stato per me il primo incontro con Paolo Roversi e con il suo straordinario personaggio Enrico Radeschi. 
Siamo a Milano, a me confinante quindi gioco quasi in casa, riconosco luoghi e vie della città anche se il giallo è ambientato nei primi anni del 2000.
Tutto ha inizio con il ritrovamento del corpo dell'avvocato Giovanni Sommese, il suo nome appartiene a una cerchia molto prestigiosa di avvocati. Viene ritrovato con un pugnale conficcato nel ventre in piazza Duomo, a fargli da sfondo e guardare i suoi ultimi istanti di vita e il volto del suo assassino c'è l'abete grande addobbato per le feste natalizie ancora in corso. 
Sommese riesce a tracciare un simbolo, togliendosi il coltello dalla pancia, lo fa usando il suo stesso sangue.
Il giovane Radeschi, gionalista alle prime armi ma con una grande voglia di arrivare si trova con il suo nuovo capo, il caporedattore di Telecity Milano a iniziare da lì da questo primo omicidio. 
Conosceremo i suoi amici, chi lo indirizza con sapienza verso il mondo dell'informatica quello degli hacker. I soldi sono pochi, nessuno è disposto a pagarlo per i suoi pezzi e lui, Radeschi, crea un sito, un blog "Milanonera" e inizia a raccontare dell'omicidio e dello strano simbolo che ha fotografato ma a cui nessuno presta troppa attenzione.
Il giallo ci coccola perchè dipinge le vie, i sentimenti, i giochi, la vita dei personaggi. Il giallo però prende velocità, accadono fatti che rendono tutto molto doloroso, il male arriva a sfiorare troppo da vicino il nostro Radeschi.
Sotto la città, nei cunicoli chiusi da un tempo, sulle tracce di un antico manoscritto, di un antico rituale c'è una confraternita che lavora nell'ombra, chi sbaglia al suo interno paga, paga caramente.
L'autore non ci risparmia scene molto crude che arricchiscono la storia e tengono il lettore ancorato alle pagine. 
Le sorprese non sono neanche finite, tra le notti brave delle vie di Milano si nasconde una mantide che adesca e fa sparire giovani uomini.
Radeschi e il suo inseparabile giallone, una Vespa degli anni Settanta, in compagnia non troppo amabile del vice questore Sebastiani ci proverà a fare luce su cosa sta accadendo nella città di Milano. 
"Le sensazioni sono tutto, sono ciò che ci fa respirare e immaginare cosa succederà dopo." Questo è ciò che sa fare Paolo Roversi con le parole, con uno stile a volte irriverente, a volte sfrontato e duro come la gavetta di Raschi ma anche come la vita che ci attende fuori dal libro. 
Felicissima di aver conosciuto questo autore, trovate una intervista che mi ha gentilmente concesso sul blog, proseguirò la lettura dei suoi altri lavori.


Sara Valentino 

  • Editore ‏ : ‎ Marsilio (3 ottobre 2019)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 394 pagine

martedì 2 novembre 2021

Luce rubata al giorno – Emanuele Altissimo

 Trama


Questa è la storia di due fratelli e dell’estate che segna per sempre le loro esistenze. Diego, Olmo e il nonno sono in montagna, nella baita comprata dai genitori prima di morire. La speranza è che quei luoghi portino serenità nell’animo di Diego, il fratello maggiore, eternamente irrequieto. Ma appena si alza il vento le seggiovie tremano e le nubi proiettano sui valloni ombre profonde. Solo Olmo capisce che Diego sta scivolando in un universo dove non si può raggiungerlo, un delirio che sembra crescere fino a toccare il cielo. E darebbe tutto ciò che ha per salvarlo. In ingegneria si parla di tensione ammissibile: il punto massimo di sforzo a cui si può sottoporre un edificio prima che collassi. L’Empire State Building, per esempio, sopravvisse all’urto di un Bomber B-25. Giorno dopo giorno, Olmo costruisce proprio il modellino dell’Empire State: con infinita pazienza, consapevole che la forza dell’edificio sta nella posa di ogni singolo mattoncino. Ma qual è la tensione ammissibile per una famiglia, per l’amore che tiene insieme le persone? “I miei personaggi li ho immaginati come dei giganti” ha scritto l’autore. “Diego è un gigante incapace di farsi bastare il suo mondo, che sogna di scalare le montagne e prendersi il cielo. Ma soprattutto lo sono Olmo e il nonno. Giganti sono coloro che guardano in faccia il dolore senza più scuse. Che accettano dolori per i quali non c’è consolazione.” Alla sua prima prova, Emanuele Altissimo scrive un romanzo scabro eppure carico di emozione, e mette in scena personaggi in lentissima caduta libera, come fiocchi di neve. Il vento, le radure, il profilo fiero di un daino, l’aria sottile delle vette: tutto in queste pagine è vasto e misterioso come l’animo umano, capace di salvare una scheggia di luce anche nella notte più buia.

Link d’acquisto: https://amzn.to/2TiNR9U

Copertina flessibile: 240 pagine
Editore: Bompiani (9 gennaio 2019)
Collana: Narratori italiani
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8845298256
ISBN-13: 978-8845298257

Cosa ne penso ...

“Luce rubata al giorno” è la luce che abbiamo dentro, che la vita con la sua forza ci strappa via ponendoci di fronte a un ineluttabile destino.

Questa è la storia di una famiglia, spezzata in due dal dolore; è la storia di come ognuno di noi percepisce e affronta le avversità. La sofferenza può dividere, può allontanare, può anche rendere ciechi.

“Difficile trovare i difetti alle cose” disse ” Specie se le ami”

In questo romanzo c’è tanto amore. Due fratelli e il loro nonno uniti e divisi dal dolore per aver perso rispettivamente i genitori e la figlia. Al nonno spetta un compito difficile e complicato e per portarlo a termine deve restare sordo a ciò che lo sconquassa internamente.

Una foto, pur sbiadita che sia, resta a volte un legame che spacca dentro, che dilania l’anima perché riporta la mente a momenti felici, che sai non torneranno mai più. Ma quella foto la tieni con te, la guardi e la riponi, piangi e ti indurisci.

Emanuele Altissimo utilizza al suo esordio un linguaggio poetico e pittorico perché dipinge con le parole i paesaggi e i volti. Ma dipinge i caratteri, le emozioni, le ribellioni interne.

La folle tempesta che si abbatte sulla famiglia di Diego e Olmo viene raccontata anche attraverso alcune metafore.

Quando il 28 luglio del 1945 il bombardiere B25 Mitchell impatta con l’Empire state building, l’edificio riuscì, nonostante i morti e i danni strutturali a reggere l’impatto unendo tutte le forze. Allo stesso modo questa famiglia cerca di rimanere unita per quanto possibile e reggere a tutte le devastanti prove che la vita gli pone dinanzi.

Eppure, a volte andiamo in pezzi, a volte non riusciamo a dimostrare abbastanza amore, o questo non viene percepito, e le unioni, come per un modellino che cade e si divide in mille parti e schegge, terminano e il cuore sembra essere dilaniato.

“Le righe si confondevano, le lettere sembravano lacrime sulla carta”

“il mondo non lo controlli. A un certo punto accetti che le persone possano deluderti, oppure ferirti. Oppure tutte e due le cose”

E’ una parabola e un insegnamento, ci sono persone che riescono a sopportare più di quanto pensi sia umanamente possibile e io personalmente so, per esperienza personale, che è così: al momento opportuno trovi la forza di sopportare tanto anche il troppo, trovi uno spiraglio di luce anche nel buio più nero e profondo.

Come quando sei in autostrada: alle volte acceleri e altre freni in entrambi i casi ti salvi la vita. Così a volte dobbiamo provarci e provarci ancora, altre invece è meglio fermarsi.

“Si può smettere di voler bene? Gli tremò la gola, ma il suo volto restò serio. “Forse sì” mormorò. “allora domani ci provo”

Non ho potuto fare a meno di commuovermi, l’autore è riuscito a rendermi empatica con tutti i componenti della famiglia, ho sentito la loro sofferenza, a volte la loro rinuncia e altre il loro desiderio di costruire ancora e di riprovare a ritrovare la “Luce rubata al giorno”.

Un romanzo che mi sento di consigliare per la sua immensità e grandezza.

Sara Valentino  Recensione di origine Luce rubata al giorno - Emanuele Altissimo | Septem Literary

Il labirinto di Ottavio Nicastro

Parigi, uno spietato serial killer tiene in scacco la città. Uccide poveri innocenti e li trasforma in statue umane. La polizia brancola nel...