Proveniente da una famiglia aristocratica decaduta, Fabrizio Garrone è un personaggio demodé, malinconico e sognatore, incapace di vivere il suo tempo. Germanista, colto e avido lettore, si guadagna da vivere lavorando come traduttore. Un giorno, in una raccolta di elzeviri trova la recensione di un libro stampato nel 1914 in soli cento esemplari, fuori commercio: "Das Haus am Mondsee", ovvero "La casa sul lago della luna". L'autore è Fritz Oberhofer, un misterioso scrittore viennese scomparso poco prima della guerra. Da quel momento, con un destino che appare segnato, la sua vita imboccherà una strada senza ritorno. Ossessionato dal libro, convinto che si tratti di un capolavoro, Fabrizio decide di partire per l'Austria alla ricerca di una copia del volume all'insaputa della fidanzata Fulvia e del suo migliore amico. Trovato il libro, Fabrizio deve però chiarire alcuni dettagli riguardo la vita di Oberhofer, ma si ritrova a dover fare i conti anche con la propria, di vita. In questo romanzo, Francesca Duranti riesce a ricamare la storia di un uomo e dei suoi fantasmi, dei suoi amori, delle sue speranze.
- Copertina flessibile: 216 pagine
- Editore: La Vela (Viareggio); Prima edizione (7 settembre 2019)
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8899661464
- ISBN-13: 978-8899661465
Non conoscevo questa autrice, seppure affermata e vincitrice del Premio Bagutta nel 1985 proprio grazie a questo romanzo,
e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Innanzitutto mi ha colpito il suo stile classico, quel tipo di scrittura sempre più rara da trovare, la capacità di esprimere concetti filosofici in modo semplice, utilizzando un linguaggio raffinato, elaborato ma comprensibile a tutti.
Il romanzo poi, affronta delle tematiche introspettive che induce il lettore a riflettere, a soffermarsi spesso su diverse frasi ,per cogliere fino in fondo il messaggio che l'autrice vuole dare e per comprendere meglio il protagonista ed il filo logico della storia.
"E fra tutti i fantasmi, quello che più lo dominava era il desolato senso di esclusione; lui da una parte, gli altri al di là di un vetro, riuniti in un'acquario, sospesi in un diverso e incompatibile elemento. "
Tutto è incentrato su Fabrizio Garrone, personaggio che vive nel nostro presente ma in realtà è nostalgico di un passato romantico, un po' sognatore ma anche malinconico, un germanista convinto che preferisce trascorrere il suo tempo, solo, fra i libri, disdegnando la vita sociale. Vorrebbe cambiare vita Fabrizio, mostrare al mondo il suo talento e non essere visto solo come un semplice traduttore, ma è fortunato ed il destino lo accontenta!
Un giorno trova la recensione di un libro datato 1914, di un autore viennese sconosciuto e scomparso prima della Grande Guerra: Fritz Oberhofer.
Fabrizio scopre che di quel romanzo furono stampate solo 100 copie e nemmeno la più grande biblioteca di Vienna ne possiede una ...è praticamente un inedito, deve "cogliere l'attimo" e cercare l'originale, per questo decide di partire per l'Austria.
" Come uno che, al buio, preferisce non stendere le mani attorno a sé per non sentire il vuoto che lo circonda, era riuscito, fino a quel momento, a tenere a bada quella sensazione: muovendosi a piccoli passettini, evitando ogni rischio...
...ora doveva farlo, il salto nel vuoto, e in qualche modo arrivare a Vienna."
Una volta trovato e letto il libro, si rende conto che manca il dettaglio più importante: chi è e come si chiama la donna di cui era innamorato Oberhofer? In fondo e' merito suo se lo scrittore si trasferì in quel luogo di pace sulle montagne Austriache; probabilmente lei viveva lì, nella casa sul lago da cui prenderà vita il romanzo, quindi per Fabrizio è fondamentale darle un nome, un volto, un passato da presentare ai lettori.
"Ecco la soluzione: il suo procedimento, come quello di Michelangelo, sarebbe stato "in cavare"...Si sarebbe raffigurato l'idea astratta della femminilità come un blocco di marmo; e da quel blocco, a colpi di scalpello, avrebbe fatto cadere in frantumi tutte le donne che aveva incontrato: ciò che sarebbe rimasto sarebbe stata lei, la donna amabile, l'ultima sublime amante di Fritz Oberhofer ."
A questo punto le scelte del protagonista segneranno il suo destino e l'autrice è bravissima a farci entrare nella sua mente, a mostrarci le sue angoscie e le sue paure, i suoi tormenti e le piccole gioie...farà un viaggio dentro se stesso che inevitabilmente coinvolgerà anche il lettore.
"Aveva trovato tante scuse per sé - per le sue incertezze, le sue paure, la resistenza che opponeva all'amore, i rancori che nutriva: ma quella imponente architettura assolutoria che teneva conto della politica, delle mode, della rivoluzione culturale, della storia, delle follie collettive; ebbene, era una spiegazione che spiegava davvero tutto? Non c'era piuttosto un difetto nel suo cuore, una cosa che riguardava lui solo, l'omino nell'angolo dell'affresco, senza andare a scomodare tutta la volta?"
L'unico neo di questa storia, a mio parere, è che spesso si disperde, ci sono alcuni capitoli incentrati su episodi poco rilevanti ed il finale, sinceramente, mi ha lasciata spiazzata...credo che sia uno di quei romanzi che ha bisogno di una rilettura per cogliere davvero il messaggio di Francesca Duranti, che è nascosto fra le righe ed è una bella sfida per i lettori più esigenti.
Innanzitutto mi ha colpito il suo stile classico, quel tipo di scrittura sempre più rara da trovare, la capacità di esprimere concetti filosofici in modo semplice, utilizzando un linguaggio raffinato, elaborato ma comprensibile a tutti.
Il romanzo poi, affronta delle tematiche introspettive che induce il lettore a riflettere, a soffermarsi spesso su diverse frasi ,per cogliere fino in fondo il messaggio che l'autrice vuole dare e per comprendere meglio il protagonista ed il filo logico della storia.
"E fra tutti i fantasmi, quello che più lo dominava era il desolato senso di esclusione; lui da una parte, gli altri al di là di un vetro, riuniti in un'acquario, sospesi in un diverso e incompatibile elemento. "
Tutto è incentrato su Fabrizio Garrone, personaggio che vive nel nostro presente ma in realtà è nostalgico di un passato romantico, un po' sognatore ma anche malinconico, un germanista convinto che preferisce trascorrere il suo tempo, solo, fra i libri, disdegnando la vita sociale. Vorrebbe cambiare vita Fabrizio, mostrare al mondo il suo talento e non essere visto solo come un semplice traduttore, ma è fortunato ed il destino lo accontenta!
Un giorno trova la recensione di un libro datato 1914, di un autore viennese sconosciuto e scomparso prima della Grande Guerra: Fritz Oberhofer.
Fabrizio scopre che di quel romanzo furono stampate solo 100 copie e nemmeno la più grande biblioteca di Vienna ne possiede una ...è praticamente un inedito, deve "cogliere l'attimo" e cercare l'originale, per questo decide di partire per l'Austria.
" Come uno che, al buio, preferisce non stendere le mani attorno a sé per non sentire il vuoto che lo circonda, era riuscito, fino a quel momento, a tenere a bada quella sensazione: muovendosi a piccoli passettini, evitando ogni rischio...
...ora doveva farlo, il salto nel vuoto, e in qualche modo arrivare a Vienna."
Una volta trovato e letto il libro, si rende conto che manca il dettaglio più importante: chi è e come si chiama la donna di cui era innamorato Oberhofer? In fondo e' merito suo se lo scrittore si trasferì in quel luogo di pace sulle montagne Austriache; probabilmente lei viveva lì, nella casa sul lago da cui prenderà vita il romanzo, quindi per Fabrizio è fondamentale darle un nome, un volto, un passato da presentare ai lettori.
"Ecco la soluzione: il suo procedimento, come quello di Michelangelo, sarebbe stato "in cavare"...Si sarebbe raffigurato l'idea astratta della femminilità come un blocco di marmo; e da quel blocco, a colpi di scalpello, avrebbe fatto cadere in frantumi tutte le donne che aveva incontrato: ciò che sarebbe rimasto sarebbe stata lei, la donna amabile, l'ultima sublime amante di Fritz Oberhofer ."
A questo punto le scelte del protagonista segneranno il suo destino e l'autrice è bravissima a farci entrare nella sua mente, a mostrarci le sue angoscie e le sue paure, i suoi tormenti e le piccole gioie...farà un viaggio dentro se stesso che inevitabilmente coinvolgerà anche il lettore.
"Aveva trovato tante scuse per sé - per le sue incertezze, le sue paure, la resistenza che opponeva all'amore, i rancori che nutriva: ma quella imponente architettura assolutoria che teneva conto della politica, delle mode, della rivoluzione culturale, della storia, delle follie collettive; ebbene, era una spiegazione che spiegava davvero tutto? Non c'era piuttosto un difetto nel suo cuore, una cosa che riguardava lui solo, l'omino nell'angolo dell'affresco, senza andare a scomodare tutta la volta?"
L'unico neo di questa storia, a mio parere, è che spesso si disperde, ci sono alcuni capitoli incentrati su episodi poco rilevanti ed il finale, sinceramente, mi ha lasciata spiazzata...credo che sia uno di quei romanzi che ha bisogno di una rilettura per cogliere davvero il messaggio di Francesca Duranti, che è nascosto fra le righe ed è una bella sfida per i lettori più esigenti.
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